a cura della 3B

Un problema molto discusso ultimamente nella cronaca locale è quello dello smaltimento delle scorie nucleari, ovvero i rifiuti derivanti da vecchie centrali nucleari, oppure detriti radioattivi prodotti in ambito scientifico e medico.

Negli ultimi anni si sta cercando un luogo adatto allo smaltimento delle scorie. Tra le 67 zone idonee ad ospitare i centri di smaltimento, individuate secondo precisi criteri forniti dalla società Sogin, ci sono dei territori nelle regioni Piemonte, Toscana, Puglia, Basilicata, Sardegna, Sicilia e Lazio: di questi, 22 siti si trovano nella Tuscia (tra i comuni di Corchiano, Gallese, Vignanello, Montalto di Castro, Tuscania, Canino). L’Italia dal 1987 con un referendum ha deciso di eliminare il nucleare, tuttavia è in ritardo sulla realizzazione di un deposito per le scorie. Questo fatto ha creato molte discussioni ai vertici dello Stato, ma non solo: anche le amministrazioni locali e le associazioni ambientaliste si stanno mobilitando per non far arrivare le scorie nel nostro territorio, ma per trovare un luogo adatto dove localizzare questi rifiuti radioattivi che potrebbero essere dannosi.

Ospitare i centri di smaltimento delle scorie nucleari può avere delle conseguenze negative, soprattutto se non si dispone di infrastrutture adeguate a supportare i cantieri: l’inquinamento dei rifiuti che incide sull’agricoltura biologica del territorio, i costi di smaltimento delle scorie che sono altissimi e il rischio di variare negativamente gli ecosistemi locali. L’impatto ambientale è incredibile: solo il deposito di stoccaggio occuperebbe una superficie di 90 ettari (corrispondente a 126 campi da calcio)!

Un altro aspetto da considerare è l’alto rischio di malattia che la presenza delle scorie comporta: esse, restando radioattive per anni, aumentano nella popolazione la possibilità di neoplasie, malattie del sistema nervoso e respiratorio, malattie congenite, oppure aborti spontanei e malformazioni. Si presume che ciò avvenga a causa delle radiazioni alfa, beta e gamma che alterano il patrimonio genetico nelle cellule e di conseguenza arrecano gravi danni ai tessuti. Anche questo è un rischio da considerare, in caso di malfunzionamenti o di cattiva gestione dei depositi.

Lo smaltimento delle scorie nucleari ha tuttavia dei lati positivi, che potrebbero far sembrare vantaggiosa la presenza di questi centri nel nostro territorio. Ad esempio, le centrali di smaltimento possono offrire delle opportunità di lavoro per la popolazione locale: si stima che ogni deposito possa dar lavoro a 4000 persone l’anno nei primi quattro anni di cantiere e a minimo 700 addetti nella fase operativa. Dunque i comuni della Tuscia atti ad ospitare le scorie nucleari potrebbero far cassa proprio grazie ad esse, impiegando i soldi accumulati per far fronte alle varie spese, aiutare le famiglie più povere e migliorare gli edifici comunali.

Tutto ciò certamente può rappresentare un vantaggio, ma in un territorio come il nostro abbiamo davvero bisogno di investire sullo smaltimento dei rifiuti radioattivi per risollevare l’economia locale? Virus a parte, basterebbe puntare seriamente su una delle risorse più importanti per la Tuscia, cioè il paesaggio: un turismo eco-sostenibile in armonia con l’ambiente, con la comunità e le culture locali, può dare al territorio e ai suoi abitanti dei benefici che batterebbero quelli delle scorie.

È evidente che lo smaltimento delle scorie nucleari può portare diversi problemi al nostro territorio, inquinandolo e alterando gli ecosistemi… Ma come risolvere la questione? Potremmo prendere esempio da quelle nazioni che hanno cercato di trovare delle soluzioni. Un esempio: a Onkalo, nella Finlandia dell’Ovest, hanno pensato di depositare le scorie nucleari all’interno di un tunnel lungo 60 km, mantenuto dalla compagnia Posiva (organizzazione finlandese per lo smaltimento dei rifiuti atomici). Un altro modo per piazzare le scorie nucleari può essere la cessione di esse ai Paesi esteri che utilizzano questo tipo di energia. Quel che è certo è che il problema va risolto il prima possibile; intanto noi proviamo a far sentire la nostra voce.

One Reply to “Scorie nucleari, noi diciamo no”

  1. Giusto informarsi, giusto dare delle alternative già sperimentate….ma soprattutto è giusto che se parli e che le coscienze di noi cittadini crescano e si confronta no.
    Bravi

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