di Nicolò Sartori (3B)

Il 21 gennaio è accaduta una tragedia senza precedenti: una bambina di 10 anni, Antonella Sicomero, è morta per una challenge su Tik Tok, un social molto seguito, anzi seguitissimo, da noi giovani. I genitori hanno parlato di lei come una ragazzina educata e serena, e non avevano mai pensato che potesse succedere l’impossibile per un gioco social. Probabilmente Antonella è caduta nella trappola del “Black-out Challenge”, la sfida di soffocamento: sono “challenge” estreme che ti portano a sfidarti con altre persone.

Antonella è stata trovata in bagno dalla sorella minore con una cintura stretta al collo priva di sensi. Da lì la corsa disperata in ospedale per tentare di salvarla, ma purtroppo dopo poche ore è deceduta. Viene da domandarsi il perché, di chi sia la colpa, perché una ragazzina di soli 10 anni sia sfuggita al controllo dei genitori. Sono tutte domande che trovano una risposta nella quotidianità in cui viviamo, dove il tempo libero invece di trascorrerlo all’aperto tra amici ed amiche preferiamo passarlo in casa sui social.

Quest’applicazione, attualmente la più scaricata al mondo, si chiama Tik Tok per ricordare lo scandire del tempo dalle lancette dell’orologio. Infatti in questo nuovo social il vero protagonista è il tempo. Una volta scaricata l’app sul telefono si viene catapultati in un mondo virtuale fatto di tantissimi video molto brevi, che durano dai 10 ai 60 secondi al massimo, che si possono replicare all’infinito per dare modo di memorizzarli e modificarli da ragazzi e ragazze adolescenti, che si cimentano senza freno e seguono gli hashtag di tendenza. Ciò permette ai noi giovani di sbizzarrirci e di mostrare la nostra creatività con clip divertenti e originali. È un social molto affascinante che si adatta ad ogni personalità. L’importante, come per gli altri social network, è esserci, apparire e partecipare uniformandoci per poter essere accettati, anche dal proprio gruppo. Purtroppo però un uso eccessivo e inconsapevole dei social e lo scarso controllo da parte dei genitori possono comportare in ragazzi giovanissimi gravi conseguenze, come questa accaduta alla piccola Antonella, che negli ultimi tempi, complici anche il lockdown e le varie restrizioni, come tanti bambini e adolescenti si è rifugiata sempre più in questo mondo fino a maturare una vera e propria dipendenza.

Questa triste vicenda sottolinea ancora una volta l’importanza della sensibilizzazione dei giovani su un uso consapevole della rete e sul senso di responsabilità di ciascuno nelle azioni compiute sul web.

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