di Emanuele Re, Alessio Scarpato e Leonardo Zerulo (3C)

L’ipotesi che la provincia di Viterbo possa ospitare in futuro il deposito nazionale delle scorie radioattive ha portato alla ribalta il problema dell’energia nucleare, che in Italia è stata di fatto abbandonata con il referendum del 1987. L’energia nucleare o atomica è una delle energie non rinnovabili, quelle che con il tempo sono destinate a esaurirsi. L’energia atomica deriva dalla fusione e dalla fissione o scissione nucleare, processi che avvengono all’interno dell’atomo, la più piccola particella della materia.
Alla fine della Seconda guerra mondiale si incomincia a utilizzare l’energia nucleare in maniera pacifica, rispetto a quanto avvenuto durante il conflitto a Hiroshima e Nagasaki, quando gli americani utilizzarono come arma la bomba atomica.

In Italia la prima centrale nucleare si ha nel 1959 a Ispra, in provincia di Varese (fig. 1). Nel 1966 l’Italia diventa il terzo produttore mondiale di energia elettrica di origine nucleare. Nel 1975 il governo italiano progetta la costruzione di 20 centrali nucleari, ma solo una viene messa in funzione perché nel 1987 l’Italia decide di non volere più le centrali nucleari. Tutte le centrali nucleari italiane vengono spente nel 1990. Anche la vicina centrale elettronucleare di Montalto di Castro, conosciuta anche come centrale elettronucleare Alto Lazio, ha avuto la stessa sorte.

Il referendum del 1987 è stato organizzato in seguito al disastro di Chernobyl, in Ucraina (fig. 2).
È solo nel 2005, con Berlusconi, che l’Italia riprende in considerazione il nucleare, ma un nuovo incidente nella centrale di Fukushima e un altro referendum bloccano tutto.
L’energia atomica ha, in effetti, degli svantaggi e comporta dei rischi: i rifiuti radioattivi devono essere smaltiti in luoghi sicuri; tutte le centrali elettriche inquinano; se ci fosse un’esplosione, questa causerebbe molti danni agli uomini e all’ambiente per anni. Gli effetti delle radiazioni sull’ecosistema sono molti: le radiazioni nucleari danneggiano gravemente tessuti e cellule animali e vegetali, possono portare malattie come la leucemia e contaminare il terreno, quindi gli alimenti che noi mangiamo.
Esistono però energie rinnovabili, che sono più sicure, più pulite e, anche, inesauribili, come l’energia solare (sole), l’energia idroelettrica (acqua) o l’energia eolica (vento). Bisogna solo cominciare a sfruttare di più le fonti rinnovabili di energia, ma sempre nel rispetto dell’ambiente. Tutelare l’ambiente è importante e rientra nel concetto di sviluppo sostenibile. L’obiettivo 7 dell’Agenda 2030 riguarda proprio l’accesso per tutti a sistemi di energia economici, affidabili, sostenibili e moderni.

Fonti:
Pietra A., Bottinelli E., Davit P. e Bozzi M.L., La magia della scienza 3, Torino, Lattes, 2014, pp. 61-64

Il primo reattore di Ispra
Il disastro di Chernobyl

2 Replies to “Nucleare in Italia: una storia finita”

  1. Bravi i ragazzi della 3c. Approfondire questi argomenti vuol dire che la storia insegna a non commettere errori e il futuro è in mano a voi giovani che dovete avere la capacità di trattarlo bene per poter vivere insieme alla natura e sfruttare quello che ci offre. Un complimento a tutti….

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