di Alba Giulia Scagnetti (3B)

Sembra proprio così, lo studio della British Antarctic Survey mette in discussione i limiti di vita sul nostro pianeta.

La scoperta è stata pubblicata e resa nota dalla rivista scientifica Frontiers in Marine Science e rinvenuta dall’Organizzazione Nazionale Britannica della ricerca in Antartide, la British Antarctic Survey.  Grazie alla realizzazione di un foro di ben 900 metri di profondità all’interno della piattaforma di ghiaccio conosciuta come Filchner-Ronne, nel mare di Weddell sud-orientale, gli esperti hanno potuto filmare le profondità del fango nel fondo marino.

Insolito e altrettanto sorprendente trovare nella registrazione una roccia ricoperta di creature marine. Hanno riconosciuto 16 spugne e 22 animali non identificati, tra cui anche i cirripedi, infraclasse di crostacei. È il primo rinvenimento di animali stazionari nelle profondità della calotta antartica.

Diverse sono le domande che tormentano gli scienziati e a cui si dovrà rispondere: come è arrivata la vita laggiù? Sono nuove specie? Di che cosa si nutrono? Da quanto tempo sono lì e come sono nate?

Dunque, le domande sono molteplici e spontanee, ma per ora possiamo affidarci solo ad alcune ipotesi: queste creature marine potrebbero avere un ciclo vitale lunghissimo (in Antartide sono state trovate spugne anche di 10.000 anni fa) ed estremamente lento; oppure si nutrirebbero una sola volta all’anno o addirittura al secolo, solo quando la corrente riesce ad arrivare al masso dal mare aperto.

Per ora sappiamo per certo che sono forme di vita sessili, quindi immobili, che per mangiare filtrano i nutrienti contenuti nell’acqua circostante. Inoltre il masso si trova 300 km sotto il fronte glaciale e perciò quasi un kilometro sotto il ghiaccio: la luce solare non arriva a quella profondità, bensì questo esclude la presenza di organismi fotosintetici che possano nutrire le spugne e secondo Griffiths (come precedentemente accennato) la corrente più vicina che proviene del mare aperto è a 600 km di distanza.

La scoperta accidentale di queste creature porterà a nuove scoperte? Intanto i biologi del team della BAS studieranno queste forme di vita più approfonditamente per scoprire se sono nuove specie, attraverso l’uso di micro-veicoli telecomandati dotati di telecamere.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *