Mercoledì 21 aprile la classe 3C ha celebrato un processo a Benito Mussolini, mettendo “in gioco” le conoscenze di storia apprese per un role play finalizzato allo sviluppo delle competenze. Le alunne Giulia Berardi e Asia Eteoli hanno interpretato i ruoli dei pubblici ministeri, mentre agli avvocati Jasin Nuhiji e Luca Bannetta è toccato il compito di sostenere le ragioni del duce. Nonostante la strenua difesa dei due legali, le puntuali accuse mosse dalle due pm e la loro appassionata requisitoria finale sono riuscite a convincere la Corte d’Assise della colpevolezza dell’imputato. Mussolini è stato condannato a 25 anni di carcere. I pm avevano chiesto l’ergastolo.

La giuria era composta dai giudici togati Irene Palazzini (presidente) e Valeria Amadeo, e dai membri laici Alessandro Manni, Alessandro Troisi, Emanuele Re, Alessio Scarpato, Leonardo Olivieri e Leonardo Zerulo.

Decisive nell’orientare il verdetto della corte sono state alcune testimonianze, come quella della vedova Matteotti (Letizia Argenti), dell’ebrea Liliana Segre (Lisa Duranti), di Camilla Ravera (Martina Persia), prima donna a essere nominata senatrice a vita (nel 1982 dall’allora presidente della Repubblica Sandro Pertini), e di una donna (Benedetta Bartolacci) che, dopo l’emanazione delle leggi razziali, salvò la vita a una famiglia ebrea nascondendola nella propria casa.

Al termine del processo, l’avvocato Bannetta ha sollevato forti dubbi sull’imparzialità della giuria e con il collega Nuhiji sta ora valutando se presentare ricorso in appello.

Di seguito pubblichiamo la sentenza letta in aula dalla presidente Palazzini.

Repubblica italiana
In nome del popolo italiano
Il tribunale di Roma
Sezione penale
Composto dai signori magistrati
-dottoressa Irene Palazzini presidente
-dottoressa Valeria Amadeo giudice
-dottore Alessandro Manni giudice
-dottore Alessandro Troisi giudice
-dottore Leonardo Zerulo giudice
-dottore Emanuele Egidio Re giudice
-dottore Leonardo Olivieri giudice
-dottore Alessio Scarpato giudice
Con l’intervento dei pubblici ministeri rappresentati da
-dottoressa Asia Eteoli
-dottoressa Giulia Berardi


All’udienza del 21/04/2021 ha pronunciato e pubblicato mediante lettura del dispositivo la seguente sentenza nei confronti di: Benito Mussolini nato a Predappio il 29/07/1883. Difeso di fiducia dall’avvocato Jasin Nuhiji e dall’avvocato Luca Bannetta del foro di Roma. Imputato Benito Mussolini dei seguenti capi di imputazione:

a) Soppressione della libertà dei cittadini (libertà di voto, non concessa in maniera assoluta alle donne, di associazione, di sciopero e di opinione) con l’aggravante della condanna a morte per chiunque fosse contrario al suo volere (4596 condannati dai tribunali speciali, di cui 697 minorenni).
b) Creazione di un regime totalitario con l’abolizione di ogni partito politico.
c) Applicazione dello strumento della censura a ogni mezzo di comunicazione.
d) Azioni discriminanti contro Libici (circa 80000 sradicati dal Gebel con le loro famiglie) e Abissini (circa 700000 uccisi nell’impresa etiopica e nelle successive operazioni di pulizia etnica).
e) Essere causa direttamente o indirettamente della morte di 350000 militari e ufficiali italiani durante la Seconda Guerra Mondiale, non addestrati e non equipaggiati adeguatamente per affrontare le operazioni belliche.
f) Alleanza con Hitler con condivisione delle idee politiche, nella fattispecie discriminazioni nei confronti della popolazione ebrea come anche di alcune minoranze sociali (45000 deportati nei campi di sterminio).
Gli avvocati difensori intervengono sostenendo la “particolarità” della situazione in cui l’imputato viene a trovarsi, ovvero quella di una guerra di enorme portata, che porta con se conseguenze disastrose. L’imputato è stato, sempre secondo la difesa, plagiato da Hitler, che lo ha portato ad assumere atteggiamenti discriminatori, anche dovuti alla paura di ritorsioni nei suoi confronti. Si portano altresì a conoscenza della corte alcuni atti compiuti dall’imputato per il benessere dei cittadini, nella fattispecie: interventi di bonifica nel territorio, costruzione di numerose opere pubbliche, costruzione di case popolari e concessione di pensioni alla popolazione.
La Corte, dopo essersi ritirata in camera di consiglio e aver esaminato gli atti presentati e aver ascoltato le dichiarazioni delle parti, ha così deliberato.


Il tribunale visti gli atti presentati
dispone
la reclusione dell’imputato Benito Mussolini nel carcere “Regina Coeli” di Roma
e condanna l’imputato per direttissima a 25 anni di reclusione (riconoscendo in parte le attenuanti presentate dalla difesa che chiedeva l’assoluzione contrariamente a quello che chiedeva l’accusa, ovvero l’ergastolo).

Roma 21 aprile


Il presidente
Irene Palazzini

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