di Elisa Pierdomenico (2B)

Giovedì 12 maggio 2022, tutte le classi seconde e terze della Scuola secondaria di Primo grado dell’Istituto Comprensivo “Alessandro Stradella” di Nepi hanno avuto l’occasione di incontrare un grande campione, sia nella vita sia nella scherma.

Il nome dell’Atleta di Vetralla (VT) è Marco Cima, nato il 25 agosto del 1976.

Marco nel 2005 ebbe un incidente motociclistico dove perse l’uso delle gambe, schiantandosi addosso ad un albero.

L’atleta però non si demoralizzò e continuò ad informarsi su cosa avrebbe potuto fare in carrozzina. Provò molti sport come basket, tennis e nuoto, ma non li sentiva suoi al 100%. Nel 2007 provò la scherma, che da quel momento in poi sarebbe diventata una vera e propria passione.

Marco partecipò alle Paralimpiadi ottenendo grandiosi risultati: al Mondiale di scherma sfiorò la vittoria e agli Europei conquistò la medaglia d’oro e riuscì a laurearsi come Campione d’Europa.

Marco nella propria carriera ha ottenuto e continuerà ad ottenere grandiosi risultati ed in futuro vorrebbe diventare maestro di scherma per insegnare a ragazzi come lui questo meraviglioso sport.

Questo campione è un grande esempio ed un valido spunto di riflessione per tutti noi. Ascoltando la sua storia, ci si rende conto di quanto siamo fortunati ad avere la possibilità di sfruttare al meglio tutte le nostre abilità. Inoltre, ci ha insegnato la differenza tra sogni ed obiettivi, una cosa a cui prima non davamo molta importanza. Un sogno è quello che noi vogliamo, mentre un obiettivo è quello che noi possiamo raggiungere con costanza, determinazione e lavoro.

Appena raggiungiamo un obiettivo non dobbiamo fermarci, ma dobbiamo continuare a lavorare per raggiungerne un altro e poi un altro ancora ed io, una comune abitante del viterbese, sono molto felice di aver incontrato un atleta come lui che, tra l’altro, ha avuto anche la possibilità di lavorare con Bebe Vio.

One Reply to “Marco Cima: la storia di un campione”

  1. Bellissimo articolo che esprime senza pietismo la consapevolezza delle difficoltà enormi che affrontano i disabili e l’ammirazione per la tenacia ed il coraggio che tanti di loro dimostrano. Un esempio per chi, pur senza avere una disabilita’, fa del lamento una filosofia di vita. Brava l’autrice che ha saputo esprimere con semplicità un concetto così importante.

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