a cura della classe 3B

Dopo trent’anni la giustizia ha la meglio sulla Mafia. Matteo Messina Denaro, a seguito di lunghi anni di latitanza, è stato arrestato ieri all’interno di una clinica privata di Palermo, dove si era recato per una visita medica. Nato il 26 aprile del 1962 a Palermo, figlio di un boss mafioso, seguì le orme del padre, prendendo il suo posto dopo la morte. Divenuto il braccio destro di Totò Riina, storico boss di Cosa Nostra, si macchiò di centinaia di crimini, tra cui la strage del ’92 costata la vita ai giudici Falcone e Borsellino, e gli attentati del ’93 a Milano, Firenze e Roma. Si presume che sia rimasto nascosto, per tutto questo tempo, nel suo covo nel centro abitato di Campobello di Mazara. Questo arresto è stato una grande vittoria per i palermitani che hanno apertamente ringraziato, con cortei e striscioni, le forze dell’ordine per la cattura del boss. Grazie a ciò possono ulteriormente sentirsi liberi e sereni di opporsi al silenzio dell’omertà combattendo insieme per la legalità. Infatti, come sosteneva il giudice Borsellino: “La lotta alla Mafia deve essere innanzitutto un movimento culturale che abitui tutti a sentire la bellezza del fresco profumo della libertà che si oppone al puzzo del compromesso morale, dell’indifferenza della contiguità e quindi della complicità”.

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