a cura della classe 1A

L’Epica è una continua fonte di ispirazione per noi alunni della 1^A e, in particolare, l’episodio dell’incontro tra la principessa Nausicaa e Odisseo e quello con il ciclope Polifemo sono stati un’occasione per riflettere sul valore dell’ospitalità, su quanto sia importante anche oggi, soprattutto oggi. Da queste due letture sono nati diversi testi (ve ne proponiamo uno, della nostra compagna Nikole), una poesia collettiva e due bellissimi disegni (uno di Giacomo e l’altro di Marco) che vi vogliamo mostrare. Buona lettura!

Come mi comporto e cosa faccio quando ho ospiti (di Nikole Caruana)

Ospitalità è sinonimo di accoglienza e gli ospiti si accolgono sempre in maniera cortese.
Nell’antica Grecia l’ospitalità era considerata un valore di massima importanza. L’ospite era visto come qualcosa di sacro, perché era sotto la protezione di Zeus, e chi accoglieva un ospite mostrava così la sua nobiltà d’animo e la sua civiltà. Oggi abbiamo in parte conservato alcune caratteristiche dei Greci, anche se ci sono delle differenze. I Greci accoglievano tutti, anche senza sapere il loro nome e la loro terra d’origine; noi invece, in genere, accogliamo qualcuno solo se abbiamo con questo un rapporto di amicizia e di fiducia. I Greci davano all’ospite dei doni prima che partisse, noi invece siamo abituati al contrario: spesso sono gli ospiti a portare qualcosa (per esempio un dolcetto!) in cambio della nostra ospitalità.
In casa mia, io accolgo persone che conosco e di cui mi fido, per esempio amici e parenti, e lo faccio o durante le feste o nel fine settimana. Innanzitutto, quando arrivano gli ospiti, mostro felicità nell’accoglierli. Sia a me che ai miei genitori piace essere generosi, offrire cibo e bevande e mostrare gentilezza e disponibilità, invitando gli ospiti a sentirsi come a casa propria. Poi, cerco di essere presente, cioè di condividere il mio tempo con loro. Infatti, è importante conversare e ascoltare quello che gli ospiti hanno da raccontare.
È importante anche ospitare qualcuno che ha bisogno d’aiuto, di conforto e di allegria e, in alcuni casi, si possono invitare a casa anche delle persone nuove per conoscerle meglio e fare amicizia. È un po’ come facevano i Greci, che stabilivano alleanze grazie all’ospitalità.
Il momento più difficile per me è certamente quello dei saluti, perché sono sempre un po’ triste di dover lasciare gli ospiti e vorrei rivederli presto.

Quello dell’ospitalità, però, è un valore che non va ricordato solamente quando si pensa ad amici e parenti; è un concetto più ampio, che supera i confini della nostra casa e riguarda anche quelli del nostro Paese. È per questo che è nata questa poesia collettiva, per ricordarci che tutti coloro che hanno bisogno di aiuto vanno accolti con gentilezza.

Siamo tutti Polifemo quando…

Siamo tutti Polifemo quando non accogliamo l’altro
quando siamo troppo sicuri di noi e crediamo di essere più forti
quando siamo arroganti e menefreghisti.

Siamo tutti Polifemo quando non rispettiamo gli ospiti
trattandoli male o non donando loro nulla che ci appartenga
dimostrando il nostro immenso egoismo.

Quando pensiamo agli stranieri soltanto come qualcosa di utile
ai nostri interessi. Quando siamo crudeli
e maleducati, anche solo antipatici. 

Quando non ringraziamo, quando non chiediamo
per favore ma pretendiamo come fossimo bambini.
Siamo tutti Polifemo quando siamo irrazionali, scortesi e incivili.

Quando rispondiamo “no” alla richiesta d’aiuto dell’altro
ma preferiamo maltrattarlo.
Per tutelare la nostra spensieratezza, ignoriamo la loro sofferenza
non avendo pazienza. Non siamo empatici né tantomeno simpatici.

Siamo tutti Polifemo quando non vogliamo che nessuno entri
nelle nostre case, invada il nostro territorio, arrivi
nel nostro Paese.

Quando lasciamo il naufrago supplice fuori dalla nostra porta
o, peggio, gliela sbattiamo contro con rabbia e non ce ne importa.

Ma noi non siamo Polifemo e non vogliamo esserlo:
se vediamo in mare un remo, prepariamo abbracci e baci
noi siamo come gli abitanti della terra dei Feaci.

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