di Angelica Pontani (2A)

L’assassino di Caccamo ha un volto: è quello di Pietro Morreale, il fidanzato di Roberta Siragusa, arrestato per omicidio e occultamento di cadavere. Quello che gli inquirenti si stanno chiedendo è se il ragazzo abbia fatto tutto da solo.

Il rapporto tra i due ragazzi era burrascoso da tempo: continui litigi e schiaffi, persino un occhio nero. La ragazza, per amore di Pietro, si era allontanata dalle sue amiche e dalle sue passioni come la danza, e da tutti gli altri sogni. Roberta aveva capito alla fine di non amare più il ragazzo, voleva lasciarlo ma aveva paura di una sua reazione violenta. Una paura rivelatasi poi fondata.

Quello di Caccamo è l’ennesimo femminicidio avvenuto di recente in Italia e ha riportato alla ribalta delle cronache il problema della violenza sulle donne, la cui giornata si celebra il 25 novembre. Non un giorno qualunque. L’assemblea generale delle Nazioni Unite ha infatti voluto con questa data ricordare l’uccisione di tre attiviste politiche, le sorelle Mirabal, avvenuta il 25 novembre 1960 nella Repubblica Dominicana.

L’Onu ha invitato i governi e le organizzazioni internazionali a promuovere in questo giorno attività e iniziative per sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema. Anche il Comune di Nepi il 25 novembre scorso ha voluto celebrare la giornata inaugurando una panchina rossa, simbolo internazionale della lotta alla violenza sulla donna, nel parco pubblico di piazza d’Armi. A terra una lapide recita: “In memoria di tutte le donne morte per mano di chi diceva di amarle, perché le loro storie non affondino nel silenzio, ma risveglino coscienza e realtà. Il comune di Nepi contro il femminicidio”. 

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