di Riccardo Riganelli (1F)

I nomi degli attuali punti cardinali hanno un’origine particolare; infatti provengono dalla mitologia tedesca. Prendono questi nomi dai nani che secondo il mito della creazione reggevano la volta celeste e si chiamavano: Nordri (nord), Sudri (sud), Austri (est) e Vestri (ovest). Questi termini entrarono nel vocabolario italiano solo grazie agli scambi commerciali e vennero scelti dagli antichi navigatori che avevano bisogno di orientarsi usando la direzione dei venti, la posizione del sole ed il movimento delle stelle.

Nel corso dei secoli i nomi dei venti e dei punti cardinali divennero universali; in tal modo tutti potevano utilizzare i medesimi criteri di orientamento.

I punti cardinali costituiscono le quattro direzioni principali in cui è possibile muoversi su una superficie. Il Nord è il punto cardinale più importante ed è determinato dalla posizione della stella polare o dalla direzione a sinistra di una persona che guarda il sorgere del sole in prossimità degli equinozi. Deriva dal greco nerthe, che significa “sotto”, o dall’antico umbro nertru, ovvero “che sta a sinistra di una cosa volta ad oriente”. Il Sud è il punto cardinale opposto al Nord e si può individuare dalla posizione del sole a mezzogiorno. Il termine è di origine teutonica e deriva dalla parola sieden che significa “bollire o essere caldo” oppure dalla parola sonne (sole). L’Est si riferisce al punto perpendicolare a Nord e Sud, e corrisponde al punto in cui sorge il Sole; anche questa parola è di origine teutonica e deriva dal verbo ustan che significa “levarsi o uscire” o dalla parola greca eos che significa “aurora”. Il termine “Ovest” indica il punto cardinale perpendicolare a Nord e Sud, è di origine teutonica e deriva dal latino vesper, che significa “sera” e che deriva a sua volta dall’antica radice sanscrita (una lingua ufficiale dell’India e una delle lingue più antiche che appartengono alla famiglia delle lingue indoeuropee) vasati, ovvero “notte”.

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