a cura della classe 1F; introduzione di Luca Cernetti (1F)

Nelle lezioni di educazione civica del primo quadrimestre abbiamo studiato l’importanza di salvaguardare le foreste.
Gli alberi sono importanti perché attraverso la fotosintesi clorofilliana producono energia in presenza di luce, assorbono anidride carbonica e rilasciano ossigeno, e sono fondamentali per il rifugio di animali e vegetali.
I paesaggi della montagna e della collina, cosparse di boschi, sono stati modificati dall’uomo che utilizza le loro risorse sfruttando:
– le foreste per il legno;
– il sottosuolo per i minerali;
– l’acqua per produrre energia (per questo l’uomo ha costruito centrali idroelettriche);
– il territorio per agricoltura, allevamento e turismo.
Lo stop alla deforestazione incontrollata rientra tra gli obbiettivi dell’Agenda 2030, un programma d’azione per le persone e il pianeta; la sua parola d’ordine è SVILUPPO SOSTENIBILE. Il documento riguarda 17 obbiettivi, da raggiungere in ambito economico, sociale, ambientale e istituzionale entro il 2030.
A seguire vi presentiamo alcune delle foreste più belle del mondo, da visitare assolutamente. Si tratterà di una rubrica a puntate.

Parco del Sulcis

La foresta più grande d’Italia è il Parco Del Sulcis, che si estende per più di 68.000 ettari nella parte sud-occidentale della Sardegna, la regione italiana che possiede le foreste più grandi di tutto lo stato.

La foresta comprende quattro Comunità Montane e 15 Comuni. A nord si trova una vasta area montuosa; a ovest la piana di Villaperuccio, Giba e Narcao; a est la costa di Capoterra e Villa san Pedro; a sud, invece, possiamo vedere il golfo di Teulada, la baia di Chia e Santa Margherita di Pula.

La flora del parco conta circa 850 specie tra cui 65 endemiche (specie tipiche ed esclusive di un determinato territorio). Tra le specie più rappresentative troviamo l’Armeria Sulcitana (spillone del Sulcis), l’Helichrysum Montelinasanum (elicriso del monte Linas), il Salix Arrigonii (salice di Arrigoni). Lo spillone del Sulcis e l’elicriso del monte Linas si possono trovare nelle aree più rupestri, sulle cime più alte; mentre il salice di Arrigoni è diffuso a tutte le quote accanto a sorgenti d’acqua e torrenti.

Le vaste aree boschive e le quantità d’acqua presenti nella foresta permettono la sopravvivenza di molte specie animali importanti; queste specie riescono a sopravvivere nonostante il bracconaggio sia praticato da secoli in quei territori.

Fra i mammiferi possiamo trovare cervi, daini, cinghiali, ricci, conigli, lepri, volpi, gatti, donnole, martore ecc. Gli uccelli comprendono aquile, falchi, sparvieri…; i rettili e gli anfibi racchiudono biacchi, vipere, bisce, raganelle ecc.

Foresta del Cansiglio

Il Cansiglio è un altopiano delle Prealpi Carniche, tra il Veneto e il Friuli Venezia-Giulia, posto a cavallo delle province di Belluno, Treviso e Pordenone.

Dalla caratteristica forma a catino è costituito, nella sua parte centrale, da tre depressioni: Pian Cansiglio, Val Menera e Cornesega, dove si raggiunge la quota più bassa (898 m).
Il clima è temperato freddo con estati fresche. Quasi tutto l’anno la conca è colmata da una fitta nebbia la cui formazione è dovuta alla forte escursione termica giornaliera.

Il Cansiglio rivestì un’enorme importanza economica per la Repubblica di Venezia: la sua ricca faggeta fu impiegata principalmente nella produzione di remi, legname da opera e carbone.

Nel 1861 il governo italiano dichiarò il Cansiglio “Foresta Demaniale (bene che appartiene a uno Stato e di cui possono usufruire i cittadini) inalienabile”.

La foresta del Cansiglio, che comprende 7000 ettari, è caratterizzata dalla sua bellezza dovuta alla presenza di faggi molto alti e dai fusti colorati. I colori cambiano con il mutare delle stagioni.

Sul fondo del catino, dove fa più freddo, si estendono zone erbacee di origine naturale che nel tempo l’uomo ha usato per scopi zootecnici.

La foresta del Cansiglio ospita una ricca flora (oltre ai faggi, abeti bianchi, abeti rossi, il ginepro ecc.) e favorisce la sopravvivenza di specie particolari, come il Geranio Argenteo.

Nella foresta del Cansiglio la caccia è vietata da tempo, essendo un rifugio per molte specie di animali: linci, orsi bruni, tassi, donnole, lepri, scoiattoli, ghiri, ricci, talpe, topi ragni, civette, gufi reali, caprioli, cervi, marmotte, volpi, daini.

In questa foresta sono estremamente limitati e controllati anche i tagli del legname, essendo un sito di interesse comunitario e una zona a protezione speciale.

Foresta Somadida

La Foresta Somadida è un’area protetta e comprende 1.676 ettari di terreno. Si tratta del più grande bosco del Cadore e di una delle più belle foreste delle Dolomiti.

La flora è composta da abeti rossi e bianchi, dai larici e dai faggi; il sottobosco invece vanta alcuni dei fiori più belli delle Dolomiti, come la bellissima e rara la “pianella della Madonna” o “scarpetta di Venere”, un’orchidea di montagna vellutata. Non manca poi il goloso mirtillo, nelle sue varietà rosso e nero, ingrediente base di deliziose marmellate.

Per quanto riguarda la fauna, in quest’area è presente da sempre la volpe, insieme camosci, cervi e caprioli.

Nella parte piu bassa c’è un centro per visitatori con un museo, una biblioteca, l’area dedicata alla tutela delle farfalle e una piccola baita abitata. Nel periodo estivo organizzano in questa struttura anche spettacoli teatrali.

Possono essere effettuate visite guidate della foresta, in collaborazione con associazioni locali radicate sul territorio.

A partire dall’estate del 2019 il Reparto Carabinieri Biodiversità di Vittorio Veneto ha realizzato all’interno della riserva un raso, una zattera veneziana fatta da tronchi impegnati per navi da guerra, che viene condotto lungo il fiume Piave fino all’Arsenale di Venezia.

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